Una relazione di coppia, nonostante le sue mille sfaccettature, segue un percorso comune, universale, attraverso un processo a fasi. La specificità dei singoli individui che si uniscono dà vita a diverse configurazioni di coppia e fa sì che ciascuna attraversi queste fasi secondo tempi, modalità, ritmi e andamenti propri.
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Qualche riflessione in occasione della “Giornata internazionale della salute mentale”
C’è un lato oscuro in questa pandemia. È subdolo, non si vede ma esiste. Non appare nei bollettini quotidiani dei telegiornali ma produce effetti di lungo periodo.
I contagi e i decessi sono i dati tragicamente evidenti ma la pandemia è un fatto che compromette profondamente il nostro benessere psichico.
Per la prima volta dopo generazioni viviamo in un contesto fatto di incertezza e di necessarie limitazioni della libertà.
Ci possiamo muovere meno, possiamo incontrare meno persone, non possiamo vedere nemmeno il viso e le espressioni di chi ci sta accanto. Tutto è un po’ più complicato: lavorare (per chi un lavoro ce l’ha), andare a scuola, avere una vita sociale fuori dal web.
L’impatto sulla nostra psiche è rilevante eppure questo tema è relegato nell’oscurità.
La salute mentale è omessa, occultata, rimossa.
Eppure la miscela fatta di timore, incertezza e crisi socio-economica diventa il combustibile che alimenta le nostre sofferenze latenti.
Lo vediamo tutti i giorni, nei comportamenti e nei vissuti delle persone. La pandemia ha fatto emergere sofferenze psicologiche nuove e inesplorate. Basti solo pensare che la pandemia incentiva comportamenti che normalmente sono considerati patologici: ossessioni e compulsioni, isolamento sociale, fobie specifiche, aggressività incontrollata, diffidenza, ansia sociale e l’elenco potrebbe ulteriormente allungarsi.
Prima o poi si arriverà a controllare la diffusione del virus ma gli aspetti psichici della pandemia potrebbero produrre effetti ancora per diverso tempo.
In questo 10 ottobre, Giornata internazionale della salute mentale, ho voluto condividere questa riflessione perché sono convinto che gli effetti oscuri della pandemia si possano affrontare prima di tutto a partire dalla consapevolezza individuale e con il supporto e la professionalità della diffusa rete di psicologi che operano nel nostro Paese.
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Opera di Inka and Niclas Lindergård.
Respirare. L’atto vitale per eccellenza è quasi dimenticato, sottratto alla nostra quotidianità e ridotto ai minimi termini.
Il respiro e la nostra psiche sono intimamente collegati fino dalla nostra nascita eppure, con il trascorrere del tempo, perdiamo il contatto con il nostro respiro. Il respiro è, infatti, un vero e proprio organo di percezione dei sentimenti, dell’immaginazione e può diventare uno strumento conoscenza interiore.
Nel bell’articolo pubblicato da doppiozero.com, Eva Pattis Zoja ci accompagna in un itinerario storico, filosofico e psicologico alla scoperta del respiro. Dall’Antico Testamento al Buddismo Zen per arrivare alla psicologia contemporanea.
Questo percorso ricco di stimoli per ulteriori approfondimenti è pubblicato proprio in questi giorni in cui la malattia del respiro ci ha toccati nel profondo. Forse proprio in questo momento il respiro può esprimere la sua qualità più autentica e può esprimere la propria natura: “il respiro è relazione”.
Potete leggere l’articolo su Doppiozero.com
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Sono Alessandro Mazzoli, Psicologo clinico a Vigevano. Propongo dei percorsi di consulenza psicologica destinati ad adulti, giovani adulti e persone nella fase della maturità che hanno bisogno di concedersi uno spazio dove ottenere ascolto delle proprie difficoltà psicologiche e ricevere un sostegno per far crescere le proprie risorse individuali.
C’è un sito che merita di essere scoperto ed esplorato in tutti i suoi contenuti. Un sito che affascina per la capacità di fondere diversi linguaggi e che ci accompagna alla scoperta del racconto delle immagini: dall’arte figurativa alla fotografia fino ad arrivare alla contemporaneità dei social media.
Il sito è “Essere Immagine” e Silvia Contorno è la sua ideatrice.
Silvia lavora con metodo, tesse con leggerezza le fila delle differenti forme di comunicazione e unisce le sue competenze di esperta di media con una sua antica passione: la psicologia. Tutto questo non poteva che portarla all’approdo della FotoTerapia. Oggi, insieme a Silvia, scopriamo qualcosa di più su “Essere Immagine” e sulla FotoTerapia.
”Essere Immagine” è anche uno stimolante profilo Instagram. Da seguire!
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